Lo sappiamo tutti che il paradiso del pensionato medio italiano ha una collocazione ben precisa. Si trova nell'Oceano Atlantico al largo delle coste marocchine, dove, sotto un sole africano, sventola la bandiera spagnola delle isole Canarie. Qui il clima è mite tutto l’anno: a gennaio si va in spiaggia, mentre ad agosto si fa a meno dell’aria condizionata. Ok, probabilmente è il paradiso ideale non solo per i pensionati ma per un po’ tutti noi. Dell’arcipelago Tenerife è l’isola più celebre poiché la prediletta dai vacanzieri e dai nonni in fuga dall’Italia, ma quella più affascinante probabilmente è Fuerteventura. Perché affascinante? Innanzitutto per la sua diversità racchiusa in una porzione di terra tutto sommato ridotta: in un’ora e mezza di auto la percorri da nord a sud attraversando paesaggi sempre diversi ma ogni volta davvero emozionanti. Spiagge con acqua cristallina e dalle atmosfere che portano alla mente quelle di Formentera, si alternano a chilometriche strisce di sabbia sferzate da venti costanti e decisamente insostenibili a meno che tu non sia un kitesurfer. La spiaggia oceanica più suggestiva è senza dubbio quella di Cofete. Si raggiunge dopo un tortuoso e non breve percorso in fuoristrada a strapiombo sul mare, poco adatto ai deboli di cuore. Ma le fatiche alla guida saranno ripagate da una visione quasi mistica una volta giunti alla spiaggia. Qui un piccolo cimitero racchiuso da bassi muretti e con croci senza nome semi sommerse dalla sabbia fa quasi rabbrividire mentre un vento costante muove il mare e le nuvole cupe nel cielo. Le leggere alture scendono nel mare ed in posizione soprelevata rispetto alla spiaggia si trova una villa sfarzosa non più abitata ed avvolta dal mistero. La posizione soprelevata ne attira l’attenzione e la curiosità è tale che presto si abbandonerà la sabbia per incamminarsi sulla strada sterrata che porta alla villa. Fatta costruire da Gustav Winter durante la seconda guerra mondiale, pare fosse un luogo segreto utilizzato come base d’appoggio dall’esercito nazista. Lo stesso Winter è una figura alquanto misteriosa. Pare, infatti, essere stato un’agente segreto del Terzo Reich con base sull’isola, ma non abitò mai in questa grande casa dalla vista mozzafiato da lui voluta. Tunnel sotterranei portano dalla villa alla spiaggia, che veniva usata quale base d’appoggio per i sottomarini tedeschi; mentre la torretta della casa pare fosse un vero e proprio faro segnaletico per gli aerei del Reich. Quest’alone di mistero è palpabile, si respira un’atmosfera diversa in questa spiaggia oceanica così sperduta e lontana dal resto dell’isola. Ma Fuerte non è solamente l’isola cupa di misteri irrisolti, anzi, è più che altro l’isola del divertimento, quello sano, ad esempio, dei surfisti di Lajares che si svegliano all’alba, caricano le tavole sui loro vecchi pickup e corrono a caccia di onde ad El Cotillo. Non è un caso che in questi paesi a nord dell’isola hanno realizzato le proprie ville personaggi celebri del mondo californiano del surf. Molti statunitensi patiti degli sport acquatici con tavola hanno, infatti, scelto quest’isola quale loro base europea. E se il vento costante e le onde invitanti non bastassero, i ristorantini vista oceano ed i locali che servono birre ghiacciate da accompagnare alle papas arrugadas (o patate canarie) oppure ai chipirones (piccoli calamaretti fritti) hanno senza dubbio spinto ulteriormente gli abitanti di Malibù a comprar casa in quest’isolotto spagnolo. Le dune di Corralejo sono un promemoria chiaro: il Sahara non è tanto distante! Ma sono soprattutto un luogo stupendo in cui passeggiare ed osservare le nuvole correre nel cielo prima di tuffarsi nel mare in cui le dune si gettano. Chiaramente non possono mancare i vulcani, che rendono il paesaggio dell’interno irregolare, oltre che fertile. In una sola giornata puoi rotolarti giù dalle dune, fare il bagno in piccole calette lontano da tutto, scalare vulcani non più attivi e surfare alcune delle onde più belle che si possano trovare in un paese europeo. Tutta la ricchezza di paesaggi e la diversità di situazioni presenti sull’isola la si ritrova anche seduti a tavola all’ora di cena. Agnello e formaggio Majoreno (di capra) capeggiano nei ristoranti dell’entroterra, mentre a pochi chilometri di distanza nei menù dei ristoranti dei pescatori del porto di Corralejo si alternano piatti di pesce sublimi. Si va dal pescato del giorno, tra cui dei gambas gustosissimi, ai piatti e tapas più classici della tradizione spagnola. La paella è sempre ottima ed il pulpo a la gallega è un’abitudine quotidiana insieme ad un buon vino bianco canaro, mentre l’insalata russa in versione iberica, ovvero con tonno e uova e ciò che vorresti poter mangiare anche una volta tornato a casa. Fuerte è un’isola che si vive in ogni sua parte, respirando l’oceano sotto un sole intenso o osservando le milioni di stelle dalla sommità di un’altura in una notte d’agosto resa fresca dall'intensa brezza, calvalcando le onde fino al tramonto o guidando per strade deserte su tornanti vista oceano.
Non importa se sei uno sportivo, un pigro spiaggiato sulla sdraio, un amante delle dune sahariane o un cultore di vulcani: questa sarà in ogni modo l’isola perfetta per te, anche se non sei ancora diventato nonno e sei solamente un nipote. Ma sopratutto qua ci sarà sempre un pulpo a la gallega ad attenderti per cena.
0 Comments
Nel cuore di ogni milanese ci sono tre amori fondamentali per: il fatturare, la Madonnina del Duomo ed il risotto giallo (o risotto alla milanese). Se sei di Milano nasci con già dentro di te l’amore per questi tre pilastri della milanesità e sarà davvero complicato far spazio ad altri amori, tradendo quelli originari. Ma talvolta anche un sentimento innato può vacillare… E probabilmente non sarà un caso se motivo del tradimento verrà proprio dalla città dell’Amore. A Verona, infatti, tra l’affollatissimo balcone di Giulietta, l’Arena celebre in tutto il mondo ed un centro storico tra i più belli d’Italia, ci si può innamorare, sia nei suoi vicoli che seduti a tavola. Ad esempio a Castevecchio, l’antico castello cittadino ora adibito a museo, sarà facile innamorarsi delle opere esposte (alcune delle quali trafugate qualche anno fa e poi rinvenute) ma soprattutto del restauro e dell’allestimento eseguiti da Carlo Scarpa, architetto poco conosciuto ai più ma tra i migliori progettisti italiani di sempre. Chiunque visiti questi spazi non potrà non innamorarsene, con le imponenti sale che si alternano a stretti passaggi, dettagli curatissimi, scale dalle forme uniche e terrazze che offrono scorci stupendi. È un luogo in cui amare l’architettura, la storia e questa città risulterà davvero semplicissimo. Esiste poi uno spazio, celato e meno noto di Piazza delle Erbe o del Teatro Romano, che riuscì a far innamorare persino Goethe. Dietro ad un anonimo portone affacciato su di una stretta via, si nasconde il luogo più intimo ed intenso di questa città: il Giardino Giusti. Più che un giardino par essere uno scrigno segreto in cui fiori e piante profumano d’amore e raccontano della meraviglia visibile negli occhi dei grandi visitatori che nei secoli hanno camminato sui suoi ciottolati o trovato riparo all'ombra di un albero. Imperatori, zar ed artisti sono rimasti meravigliati da questo scrigno e chissà se anche Alessandro I o Mozart, magari in dolce compagnia, hanno compreso il significato della parola “amore” percorrendo i terrazzi che poco a poco regalano viste sempre più uniche sulla città o perdendosi nel labirinto di siepi (uno dei più antichi d’Europa) o semplicemente osservando un fiore appena sbocciato. Il disegno e l’impostazione, all’italiana, attuale del giardino risalgono a metà Cinquecento e, seppur di dimensioni contenute, offre una molteplicità di situazioni ed elementi differenti: dal viale di cipressi collocato di fronte all’atrio d’ingresso, alle statue romane disperse nel giardino, dalle grotte artificiali alla terrazza panoramica cui si giunge dopo un lungo percorso. Stendersi semplicemente su uno dei piccoli ed intimi prati, sentire il profumo della primavera nell’aria o attendere il tramonto osservando la città dall’alto saranno ulteriori piccoli grandi innamoramenti veronesi. Ma c’è un ultimo elemento in grado di far crollare qualsiasi certezza anche al baüscia milanese più accanito: scoprire che il suo amore per l’adorato risotto allo zafferano può essere sostituito da quello per sua maestà il risotto all’Amarone. Questo piatto non sarà forse noto solo ai veronesi come accade ad esempio con il lesso e pearà o la pastissada de caval, ma di certo, pur essendo molto conosciuto, ci parla di sapori profondamente locali e radicati nel territorio. Riso Vialone Nano prodotto nella Bassa, formaggio Monte Veronese realizzato a nord della città e ovviamente l’Amarone, ovvero il vino rosso per eccellenza dal carattere corposo, deciso e prodotto unicamente in Valpolicella, poco fuori Verona insomma. Più che un risotto sembra una vera storia d’amore tra tre prodotti unici che regalano al palato un racconto memorabile in stile Shakespeare. Probabilmente Giulietta e Romeo sarebbero clienti abituali del locale che prepara il miglior risotto all’Amarone della città. E proprio i due amanti più celebri della letteratura, in questa celebre ed antica bottega del centro, dove le sale hanno una luce calda e sulle pareti fan bella mostra bottiglie (parte di una delle cantine più ricche d’Europa), si innamorerebbero ogni volta di più di loro e del risotto che lentamente gusterebbero.
Cremoso e dal sapore intenso riesce, infatti, a farsi amare ad ogni forchettata, mentre il colore ricco riempie gli occhi fortunati per aver trascorso la giornata ad ammirare le meraviglie della città. Non sarai uscito da un racconto shakespeariano, ma qui, in indimenticabile compagnia, mentre gusti questo risotto, ti renderai conto che quel momento vorresti non finisse mai e già penserai a quando potrai tornare nella città di Giulietta per trascorrere la giornata ad amarne ogni piazza, monumento, rivivere quel sentimento che solo il Giardino Giusti ti ha saputo dare e sentire ancora il gusto di quel capolavoro di risotto. E capirai, quindi, che innamorarsi a Verona è davvero favoloso. |
DavideArchitetto per caso, viaggiatore per scelta. Fotografo a tempo perso e buona forchetta a tempo pieno Archives
July 2018
Categories |